“Voglio ritorna’ bambino!” diceva un comico televisivo. Probabilmente dovremmo tutti imparare a farlo, di tanto in tanto.
Ricordate, ad esempio, le giornate passate a giocare con i mattoncini di plastica, impegnati e concentrati nella realizzazione di ardite costruzioni che sfidavano le leggi della fisica? Proviamo a ripensare a quei momenti e forse ne potremo trarre un importante insegnamento.
Mentre eravamo tutti presi dallo sfidare noi stessi a realizzare la torre più alta o l’architettura più ardita, c’era un’abilità che avevamo acquisita e che applicavamo di continuo in maniera automatica: saper mettere il pezzo giusto al posto giusto! Non importava quanto fosse bello o colorato un pezzo, se poi non aveva le giuste dimensioni; non importava quanto fossimo affezionati ad una forma particolare, se poi il suo profilo non combaciava col resto della costruzione.
Allo stesso modo, parlare oggi di capitale umano in azienda e pensarlo come somma delle competenze dei singoli, non ha senso. E’ come avere dei bellissimi mattoncini ma non saperli assemblare in maniera ottimale.
Quando invece il sapere e le esperienze dei singoli si fondono con le conoscenze e l’anima dell’azienda, avremo la nostra costruzione ideale. Quando la sapienza del management sa comporre tutte le bellissime tessere a disposizione, lì si genera la forza dell’azienda.
Non esistono mattoncini migliori di altri, come non esistono tessere meno importanti: il segreto del progresso e del successo è saper mettere il mattoncino giusto al posto giusto.
La chiave del successo è l’adozione in azienda un sistema in grado di allocare le risorse umane ed intellettuali per creare un sistema dinamico che sia motore di innovazione e sviluppo.
Il mattoncino giusto, al posto giusto.